Barbara Sola
psicologa e psicoterapeuta per adolescenti e giovani adulti
“Non è il carico che ti spezza ma il modo in cui lo porti.”
LENA HORNE
“Non è il carico che ti spezza ma il modo in cui lo porti.”
LENA HORNE
Chi si ritrova a vivere l’adolescenza è perennemente in bilico tra quello che era e quello che vuole diventare.
I ragazzi tra i 14 e i 23 anni si trovano a vivere una fase molto intensa della loro vita: il passaggio dall’essere un bambino al diventare adulto. Ogni ragazzo e ragazza si trova di fronte a continui cambiamenti: cambia il loro corpo, cambia la loro personalità, cambia il loro modo di approcciarsi all’altro. Non sono più bambini, ma allo stesso tempo non si riconoscono ancora come adulti. È una fase di messa in discussione e ricerca di risposte alla loro domanda: chi sono?
Le difficoltà che un ragazzo o una ragazza si trovano a dover affrontare in questa particolare fase della vita possono sfociare in stati di sofferenza, paura e disorientamento. Loro vorrebbero solo smettere di stare male, trovare un po’ di equilibrio ed essere capiti.
Cosa succede ai ragazzi e alle ragazze in questo periodo della vita?
A volte, i ragazzi adolescenti soffrono di disturbi dell’umore e depressione, scelgono il silenzio e la solitudine, soprattutto in famiglia e a casa. Cercano il conflitto con i genitori perché non si sentono più capiti e sentono di essere diversi (“lasciami stare! Non rompere”).
Ci sono ragazzi che hanno grandi difficoltà scolastiche sia nell’apprendimento, sia nelle relazioni con gli insegnanti e con i compagni di scuola. Sembrano svogliati e allo stesso tempo impauriti dal futuro che li aspetta dopo gli studi.
Alcuni ragazzi soffrono i cambiamenti del loro corpo e hanno disturbi legati alla sfera alimentare che possono sfociare nell’uso del cibo come rifugio o nel suo rifiuto (bulimia, anoressia). Allo stesso tempo, possono diventare ossessivi nei confronti del loro corpo, come l’ossessione per il voler essere più magri e quindi più accettabili (“non mi piaccio”) e intraprendere comportamenti autolesionisti (il tagliarsi per esempio).
Succede che spesso ragazze e ragazzi adolescenti soffrano di disturbi affettivi e non abbiano chiara la loro identità sessuale, colpevolizzandosi come diversi, strani e sbagliati.
Altri cadono in dipendenze, come quella per i videogiochi o l’esperienza in rete che possono portare all’isolamento, al fumo, all’uso e abuso di alcool. Sono vittime di angosce e fobie e soffrono di incubi ricorrenti.
Come posso aiutarli a crescere e vivere in serenità questo passaggio all’età adulta
È normale sentirsi confusi, fragili, incapaci e impotenti. Soprattutto per un ragazzo immerso nel suo percorso di crescita verso l’età adulta. È lecito stare male e sentirsi bloccati.
Con il mio intervento di psicoterapia dell’età evolutiva posso aiutare ragazze e ragazzi a individuare, attraverso il lavoro terapeutico, il problema da affrontare e accompagnarli in un percorso per trovare la strada verso l’età adulta. Quello che faccio è accogliere, ascoltare e supportare il ragazzo dandogli uno spazio, tutta la mia attenzione e la mia professionalità: una persona che lo sappia comprendere e guidare. Non si tratta di solo supporto psicologico: talvolta i problemi da affrontare sono più seri e complessi e hanno bisogno di essere affrontati attraverso un percorso psicoterapeutico.
Il percorso funziona così
- Se vengo contattata dai genitori, li invito a un primo colloquio senza il figlio adolescente. Se invece è il ragazzo a chiamare o a scrivere direttamente lo invito a venire al primo colloquio con i genitori (soprattutto se minorenne). Durante questo primo incontro, mi faccio spiegare la situazione, ascolto la storia del ragazzo e di quello che sta accadendo.
- Concordiamo un primo ciclo di colloqui (5 o 6 incontri) da fare con il ragazzo per poter formulare una proposta di intervento.
- Dopo avviene il momento di restituzione con il ragazzo e con i genitori, in due momenti diversi (se il ragazzo è grande) e formulo la mia proposta terapeutica.
- Dopo la fase di restituzione, inizia la psicoterapia. Le sedute avvengono solo con il ragazzo e sono a cadenza periodica (una volta la settimana) e durano 50 minuti. Gli incontri periodici con i genitori avvengono solo se funzionali alla terapia, quando c’è il bisogno di restituzione e concordandolo prima con il ragazzo.
Nel caso in cui il ragazzo sia maggiorenne, anche se la richiesta arriva dai genitori, chiedo di incontrarlo da solo già dal primo colloquio. Anche la restituzione e la proposta terapeutica vengono date direttamente al giovane paziente.
I colloqui con i genitori non sono previsti, tranne se fanno parte della terapia.
Quanto dura la psicoterapia
La durata del percorso di psicoterapia è varia e dipende da diversi fattori. Quello che posso fare è definire gli obiettivi e darsi, di comune accordo, un tempo.
La regolarità e la cadenza fissa di ogni seduta sono fondamentali e fanno parte del processo terapeutico. Anche le pause (per esempio le vacanze estive) vanno definite per tempo, per prepararsi, separarsi e poi ritrovarsi.
Adolescenza e giovani adulti: alcuni disturbi
- Problematiche legate all’agire e passaggio all’atto (di agire).
- Psicopatologia della sfera alimentare (disturbi come anoressia, bulimia).
- Disturbi del sonno.
- Disturbi legati alla sessualità.
- Depressione e disturbi dell’umore.
- Stati ansiosi e disturbi ossessivo compulsivi (ansia e angoscia, fobie e paure, attacchi di panico, inibizione).
- Disturbi psicosomatici.
- Disturbo post traumatico da stress (successivi a eventi traumatici).
- Disturbi affettivi.
- Autolesionismo.
- Problematiche scolastiche (fobia scolare, dispersione scolastica, abbandono scolastico).
- Difficoltà legate all’ingresso nel mondo del lavoro.
- Conflitti familiari.
- Dipendenze (da videogiochi, fumo e da alcool).