Quando si parla di psicologia e psicoterapia, spesso regna la confusione, e la comprensione delle due professioni lascia spazio a stereotipi o idee bizzarre, che si traducono in frasi del tipo “io non ne ho bisogno, non sono mica matto!”, oppure “ posso raccontare i miei problemi a un amico fidato, perché mai dovrei andare da uno psicologo (psicoterapeuta)?”.

Nella mia esperienza professionale, considero indispensabile aiutare il mio paziente (un adulto che viene per sé, oppure un genitore che chiede aiuto per il proprio figlio) a comprendere chiaramente in cosa posso essere d’aiuto e quali aspettative invece sono lontane dal significato e dalla utilità del mio lavoro clinico.

Lo psicoterapeuta e lo psicologo sono la stessa cosa?

La risposta è no, sono due professionisti differenti. In questo articolo cerco di fare chiarezza sulla differenza. E poi vorrei far capire meglio cosa significa psicoterapia e quando questa sia utile e per chi.

 

Lo psicologo

È un professionista laureato in psicologia e iscritto all’Albo professionale degli psicologi. Può effettuare colloqui di sostegno, somministrare test, attuare consulenze diagnostiche e psicologiche.

Quel che lo psicologo non può fare è svolgere una terapia per i disturbi psicologici che magari possono aver evidenziato durante il loro lavoro di consulenza. Per tale attività non possiede le competenze e conoscenze.

Lo psicoterapeuta

È un laureato in psicologia o medicina, iscritto al proprio Albo, che effettua un corso di specializzazione in psicoterapia riconosciuto dallo Stato, con una durata di almeno 4 anni. Ha quindi una formazione più approfondita che gli consente di occuparsi dei disturbi psicologici.

 

Spiegate le differenze, vorrei soffermarmi sulla psicoterapia.

Che cos’è la psicoterapia?

La psicoterapia è una relazione che cura, mediante l’uso della parola e tramite la relazione stessa, che diventano gli  strumenti principali di lavoro.

Ha una logica e una struttura, e delle regole, che dipendono dalla formazione teorica dello psicoterapeuta. La teoria di riferimento guida lo psicoterapeuta nella comprensione della persona e lo orienta nel tipo di trattamento adatto alle specificità di ciascuno.

 

Quando è utile rivolgersi a uno psicoterapeuta?

Quando si ha la percezione che qualcosa dentro di sé non funzioni, non si è sereni e ci si sente impacciati e disorientati nella propria quotidianità.

In alcuni casi, possono comparire alcuni sintomi:  sintomi psicologici (come ansia, depressione, insonnia, per esempio), oppure sintomi fisici. In altre situazioni sono eventi traumatici o cambiamenti (come un lutto, o una separazione, per esempio) a creare sofferenza. Altre volte ci si sente insoddisfatti e dubbiosi, con un malessere diffuso e la confusione prende il sopravvento. In ogni caso, le sensazioni personali sono sgradevoli e causano sofferenza.

Chiedere aiuto allo psicoterapeuta è necessario quando non ci si sente bene con se stessi e tale disagio, seppur talvolta sia difficile da spiegare, rende difficile affrontare la propria vita e le proprie relazioni.

Intraprendere un percorso di psicoterapia significa mettersi in discussione per comprendere il proprio disagio ed essere fortemente motivati a stare meglio, all’interno di una relazione di fiducia e di ascolto.

 

La psicoterapia crea dipendenza?

No, la psicoterapia non crea dipendenza. Nella relazione terapeutica è necessario fare affidamento sul terapeuta, ma questo non significa diventarne dipendente. La terapia costituisce un luogo sicuro, dove il paziente può esprimersi liberamente – ed è invitato a farlo -, all’interno di una relazione non giudicante.

Il successo della psicoterapia dipende molto dall’instaurarsi di un legame profondo, tramite il quale il paziente ha l’occasione di rivivere molte delle emozioni che animavano le sue relazioni infantili con le proprie figure di riferimento. Il fatto che in certe fasi della psicoterapia, il paziente senta di “dipendere” dal terapeuta non deve spaventare, perché si tratta di momenti che verranno superati mano a mano che la terapia progredisce e il paziente sperimenta gradualmente una propria indipendenza e fiducia nelle proprie capacità.

 

E infine,  alcune informazioni su di me.

Sono una psicologa e psicoterapeuta psicoanalitica.

Lavoro sulle cause, anziché correggere un comportamento o uno schema disfunzionale. Ritengo che ogni disturbo abbia un significato, in quanto esprime un disagio interiore che va compreso. È attraverso la comprensione del senso sottostante al disagio che si può ottenere un cambiamento reale e il superamento dei sintomi.

Durante gli anni di formazione, ho effettuato una mia esperienza di psicoterapia. Ciò mi ha permesso di capire, prima di essere una psicoterapeuta, cosa significa essere un paziente: la complessità dell’affidarsi davvero ad un’altra persona, che diviene compagna all’interno di un viaggio interiore talvolta complesso, ma ricco di crescita personale e finalizzato al benessere.